Professor Barbero, scenda in campo

di Leonardo Marzorati, dirigente nazionale RS e segretario Milano

Nella serie televisiva 1992, il protagonista Leonardo Notte, esperto di marketing interpretato da Stefano Accorsi, fa un test in una scuola media: chiede ai ragazzi presenti in una classe di scrivere i nomi dei 10 personaggi famosi preferiti. La storia è ambientata nel 1992 e uno dei nomi più ricorrenti sui diversi foglietti dei ragazzi è quello di Silvio Berlusconi. Da lì il protagonista della serie capisce che il Cavaliere può essere una figura spendibile politicamente dopo tangentopoli.

Oggi se riproponessimo quel test in una qualsiasi scuola superiore (dove a differenza delle medie ci sono ragazzi più attenti all’attualità e prossimi al voto) un nome ricorrente sarebbe quello del professor Alessandro Barbero. Lo storico piemontese è un personaggio mediatico, celebrato sul web come un influencer, pur non avendo profili social. Il segreto del suo successo? Spiegare la Storia in tv e in festival culturali (le cui conferenze hanno milioni di visualizzazioni sui social) con chiarezza, correttezza e senza mai tediare l’ascoltatore. Anche i suoi libri vanno a ruba e non solo tra persone di classe ed età elevata. Barbero, suo malgrado, è una star, con tanto di parodie, meme e canzoni “spoken-word” realizzate dalle sue conferenze storiche.

Barbero piace a tanti, nonostante l’aspetto non da rock star, ma da distinto professorino con una voce squillante e un po’ stridula, contraddistinta anche da un marcato accento torinese. Come tante altre star del web, ora ha diversi haters.

I primi li ha guadagnati a destra, dopo alcune sue dichiarazioni sulle foibe. Barbero ha ricordato che le migliaia di italiani uccisi dai partigiani jugoslavi furono una risposta ai massacri, ben peggiori in termini numerici, operati dai nostri connazionali nei confronti delle popolazioni slave. In più ha spiegato che mentre fino a 30 anni fa i fascisti erano il 5% circa dell’arco parlamentare (MSI) e la Resistenza era celebrata dal restante 95% come il secondo baluardo fondatore della Repubblica Italiana dopo il Risorgimento, oggi ci sono due partiti che strizzano l’occhio ai fascisti, non si sentono pienamente antifascisti e vedono la Resistenza e il 25 Aprile come qualcosa non loro. Di conseguenza, prima Alleanza Nazionale e oggi Lega e Fratelli d’Italia (che stando ai sondaggi rappresentano il 40% del Paese) vogliono equiparare la tragedia delle Foibe a quella dell’Olocausto e di tutti i crimini del nazifascismo. Per Barbero questa posizione politica delle destre vuole revisionare la Storia e come tale va combattuta. La militanza a sinistra del professore non è una novità, ma viviamo un’epoca in cui anche tanti che si professano “di sinistra” hanno sposato posizioni simili a quelle dei revisionisti.

Barbero ha giudicato “ipocrita” il green pass, pur mostrandosi favorevole alla vaccinazione. Che il green pass sia uno stratagemma per portare negli hub molti critici o dubbiosi sul vaccino è un dato di fatto. Lo stesso Barbero non ha nascosto che la soluzione più semplice sarebbe l’obbligo vaccinale. Il governo Draghi ha deciso di non obbligare nessuno, ma di limitare la vita lavorativa e sociale a molti non vaccinati, il cui numero è ovviamente sceso. Lo storico si è così inimicato i “talebani del vaccino”, quelli per cui qualsiasi dubbio o posizione non in linea con quella del governo viene additata come “no vax”.

Infine Barbero, in un’intervista a La Stampa, ha fatto delle considerazioni sul perché in molti ambiti lavorativi le donne siano ancora oggi in numero inferiore agli uomini. L’intervista era incentrata sulle donne protagoniste della Storia, argomento a cui Barbero si è interessato. Lo storico non ha fatto affermazioni, ma ha solo posto domande, consapevole che avrebbero suscitato polemiche. Il titolista de La Stampa ha trasformato le domande del professore in un’affermazione secca, ovviamente prediligendo quel passaggio scomodo a tutte le altre affermazioni fatte nella lunga intervista; tra cui il suo appoggio al candidato sindaco della sinistra radicale di Torino Angelo D’Orsi. Forse è stata una trappola del quotidiano della famiglia Agnelli-Elkann per mettere in cattiva un intellettuale scomodo dopo le sue posizioni su foibe e green pass? Può darsi.

Prima la destra e poi una buona fetta della sinistra borghese hanno attaccato Barbero, accusato di essere filotitino, nemico della scienza e maschilista. Il deputato renziano Michele Anzaldi ha addirittura chiesto alla Rai di epurarlo dalla televisione pubblica. Dopo questi attacchi, lo storico torinese ha tutte le carte in regola per scendere in campo, proprio contro quella destra e contro quel Pd che oggi se la prendono con lui.

Altri intellettuali, pur con qualche remora, non prendono mai posizioni scomode, per non spiacere a quell’élite culturale progressista che detiene una bella fetta di potere culturale. Barbero no. Il prof non è riconducibile a un ambiente dove fanno la voce grossa personaggi come Monica Cirinnà e Laura Boldrini. Queste due deputate, dall’alto del loro ruolo istituzionale di parlamentari della Repubblica e dell’elevato numero di followers, il 28 settembre scorso non hanno speso una parola per i sei operai morti in altrettanti incidenti sul lavoro, mentre hanno preferito scagliarsi contro una statua raffigurante la celebre Spigolatrice di Sapri, perché ritenuta sessista. Sono due mondi sempre più distanti quello dei lavoratori e quello della borghesia liberal. Barbero può essere la persona giusta per rappresentare i primi.

Non avrà in numeri di Berlusconi del 1994, ma uno come Barbero può portare le forze socialiste, popolari e comuniste a prendere alle prossime elezioni più di quanto mai preso fino ad oggi dalla comparsa sulla scena politica del Pd. Lo storico è una figura mediatica spendibile, in un’epoca in cui l’immagine del leader purtroppo conta molto ai fini del consenso. Barbero può intercettare tanti elettori di sinistra che al momento sono finiti tra l’astensionismo o il voto turandosi il naso a Pd e cespugli vari (compreso il Movimento 5 Stelle).

Il professore guarda a sinistra e non si riconosce nelle attuali forze parlamentari progressiste. Sono in tanti i lavoratori e gli studenti delusi dalle sinistre parlamentari e dal Movimento 5 Stelle. Questi delusi andrebbero raggruppati sotto una bandiera rossa. E sotto la leadership di un uomo carismatico. Professor Barbero, scenda in campo. C’è una fetta di elettorato che ha bisogno di lei.

(l’articolo anche su ilformat.info)

Lascia un commento