VENTRIQUATTROLUGLISMO BRESCIANO

E così anche Brescia, sabato 24 luglio 2021, ha conosciuto la sua giornata NO-GREENPASS, come un’altra ottantina di città italiane. 

Circa un migliaio di persone ha preso parte alla manifestazione che nel pomeriggio si è tenuta in Piazza Vittoria, presidiata dalle forze dell’ordine. Benché non fosse stata richiesta alcuna autorizzazione, la mobilitazione si è svolta senza momenti di tensione. I manifestanti hanno cantato, ballato e scandito slogan. Ma adesso il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza della Prefettura annuncia addirittura di voler schedare e denunciare tutti i partecipanti come se fossero pericolosissimi sovversivi.

Sicuramente l’iniziativa dei ventiquattroluglisti bresciani in difesa- a detta loro- dei diritti costituzionali violati dal governo con il Green Pass ha raccolto- ahimè-  molte più adesioni, dal punto di vista numerico, di quanto non fosse riuscita ad ottenere la vasta Rete di Associazioni “Manifesto Costituente” che, dopo un lavorio di preparazione durato mesi, aveva dato vita giustappunto un mese fa,  il 25 giugno, alla celebrazione- sempre in Piazza Vittoria- denominata “E’ viva la Costituzione” per commemorare l’ inizio dei lavori dell’ Assemblea Costituente nel 1946.

Scorreranno fiumi di parole e analisi sofisticate nei prossimi giorni su eventi come quello cui abbiamo assistito ieri, anche perché già per mercoledì è prevista una nuova grande protesta a Roma, alla quale hanno preannunciato la partecipazione vip della politica da talk-show come Sgarbi, Paragone, Montesano.

Qui vorremmo limitarci ad alcune considerazioni riguardanti la nostra città.

Come spesso è accaduto in precedenti manifestazioni spontanee di protesta, i maggiori media nazionali si sono subito messi alla ricerca di esponenti di Forza Nuova e Casa Pound partecipanti attivamente alla manifestazione (fasci contro la dittatura?!) che sono stati del resto ben felici di farsi vedere. E c’è da chiedersi come tali forze, se davvero dominano le proteste così rapidamente organizzate e così partecipate, non abbiano percentuali a due cifre nelle elezioni e non ne viene studiato il modello organizzativo dalla Protezione Civile.  Rimanendo nella nostra città, più in sintonia con consuetudini e tradizioni di una certa parte della locale cittadinanza a Piazza Vittoria si respirava aria di popolo delle famiglie, di preghiere, di rosari, e certo anche di canti per la libertà.  

Non ci addentreremo nella disputa sulla liceità o sull’ illegittimità dei provvedimenti adottati dal governo. Nel Paese dei 250.000 avvocati, dei 9.500 giudici e delle centinaia di emeriti costituzionalisti, argomenti validi a sostegno dell’una o dell’altra tesi si troveranno sempre.

Ci interessa però notare due cose.

La prima è che anche in questa seconda ondata di manifestazioni in difesa dei diritti individuali violati dalla presunta dittatura sanitaria imperante, così come in quelle della prima ondata verificatesi tra ottobre e novembre 2020, non si fa cenno allo smantellamento liberista dei sistemi sanitari statali, che avrebbero permesso invece- se mantenuti in efficienza- di sostenere la pandemia senza traumi e forzature, e senza grandi costi civili. La critiche si rivolgono contro le multinazionali che vorrebbero speculare sul vaccino, ma non si è coerenti nello scegliere politicamente le forze che sono per il rafforzamento della sanità pubblica. Né, d’ altro lato, chi sponsorizza il green pass come mezzo per non saturare i nostri ospedali si guarda bene dal ricordare che gli ospedali vanno in saturazione perché molti posti sono stati tagliati dalle politiche neoliberiste.

Un’ ulteriore considerazione è che -per una significativa coincidenza-  proprio ieri a Prato si è tenuta una grande manifestazione nazionale a sostegno dei 400 e passa lavoratori della GKN licenziati in tronco dal fondo di private equity Melrose proprietario della fabbrica, infine materializzatosi nei giorni scorsi in videoconferenza nell’ incontro tenutosi con sindacati e rappresentanti del governo e delle amministrazioni locali, nelle persone dell’AD e di un paio di avvocati (appunto…), che hanno confermato la messa in liquidazione dell’azienda. Questa notizia è stata, guarda caso, praticamente cancellata dal circuito della grande informazione, che ha riservato ogni spazio alla protesta anti-Green Pass. Né i ventiquattroluglisti, a Brescia come altrove, sembravano affatto interessati a collegare le due dimensioni della crisi provocata dalla pandemia, ovvero quella sul piano lavorativo e quella sul piano della sanità pubblica. Eppure i tentativi di Confindustria di utilizzare il Green Pass per rendere ancora più precaria la situazione dei lavoratori dovrebbero rendere chiaro il nesso..

Risorgimento Socialista di Brescia  

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